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Tag: COVID-19

La crisi Covid-19 modifica il ‘fare impresa’ delle MPI lombarde: più vendite a domicilio, più e-commerce e più smart-working

Sulla base di una rilevazione condotta dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia nel mese di aprile su oltre 3.700 imprese fino a 50 addetti, si stima che 1 micro e piccola impresa lombarda su 5 utilizza almeno un canale alternativo di vendita per proseguire l’attività; in valore assoluto si tratta di 135 mila MPI lombarde. In provincia di Sondrio l’impiego di almeno un canale alternativo coinvolge il 23,2% delle imprese che hanno sospeso l’attività. Nel dettaglio è più diffuso nelle imprese dell’Alimentare, con una quota che è del 46,9%. Seguono le MPI Manifatturiere no food con il 24,3% e quelle dei Servizi con il 21,4%.

Il canale alternativo più utilizzato è quello della vendita a domicilio, che registra un utilizzo da parte del 18,8% delle MPI. La quota sale al 44,8% per le MPI del food; seguono, a distanza, i Servizi (15,9%) e il Manifatturiero (15,7%).

L’e-commerce è presente per l’8% delle MPI, e anche per questo canale le quote più elevate si confermano per Alimentare (13,3%) e Manifatturiero (11,9%). Gli Altri canali (vendite televisive, altri intermediari, ecc.) presentano una diffusione più limitata (2,8%).

I provvedimenti legati all’emergenza Covid-19 hanno determinato shock senza precedenti sulla domanda e offerta del sistema di MPI lombarde, determinando l’attivazione di canali alternativi di vendita per raggiungere i clienti confinati nelle proprie abitazioni.

L’emergenza Covid-19 modifica il trend delle MPI con e-commerce: +15 mila imprese

Prendendo a riferimento la quota di piccole imprese che vendono on- line, si osserva che negli ultimi quattro anni il tasso di crescita delle imprese fino a 50 addetti attive nell’e-commerce è dell’11,6% medio annuo. Qualora, secondo una valutazione prudenziale, il 70% delle MPI che hanno espresso l’intenzione di adottare il nuovo canale realizzasse il progetto nell’arco di un biennio, nel 2021 la quota di piccole imprese attive nell’e-commerce sarebbe di 2,3 punti superiore al valore di trend: applicando tale differenziale all’universo delle MPI si stima che siano 15 mila micro e piccole imprese in più attivate dell’emergenza coronavirus nell’utilizzo del commercio elettronico.

Smart working in crescita nelle MPI, ma non è modalità organizzativa adatta per tutti

Un’impresa su quattro delle micro-piccole imprese e imprese artigiane lombarde, attive ad inizio aprile, hanno implementato soluzioni di smart working. È il Manifatturiero il settore per cui si rileva una quota più alta di imprese che hanno riorganizzato tutta o una parte dell’attività in modalità a distanza (29,4%), seguono i Servizi (25,6%).

Tra le imprese che hanno riorganizzato tutta o una parte di attività a distanza: il 20,5% ha ampliato soluzioni già esistenti e il 79,5% ha implementato soluzioni temporanee a seguito dell’emergenza.

I Servizi sono il settore con una quota più ampia di imprese che già prima dell’emergenza Covid-19 adottava forme di lavoro a distanza (31,9%).

Il 73,9% delle MPI intervistate non ha adottato forme di lavoro agile poiché nella gran parte dei casi (94,9% del totale imprese che non svolge alcuna attività in smart working) l’attività svolta non risulta conciliabile con il lavoro agile. Come prevedibile, sono per lo più le imprese delle Costruzioni (75,4%) a ritenere il lavoro agile inconciliabile con la propria attività. Confrontando il numero delle imprese che già adottavano lo smart working prima dell’emergenza e quelle che si sono organizzate solo successivamente allo scoppio della crisi Covid-19 si rileva un incremento medio complessivo superiore al 300%.

Riparazione elettrodomestici: il manuale anticontagio covid-19 di Confartigianato

La salute tua, dei collaboratori e dei tuoi clienti.
 
Il Manuale contiene le regole e le procedure da seguire da parte delle imprese che effettuano riparazione elettrodomestici per garantire che la prestazione del servizio sia resa in sicurezza per la tutela della salute degli addetti e dei terzi in tutti i processi di lavorazione, dalla presa in carico dell’elettrodomestico fino alla riconsegna dello stesso al cliente.



Tali regole si applicano con riferimento ai due ambiti che in genere caratterizzano l’attività di riparazione:
– AMBITO 1: AZIENDA
– AMBITO 2: DOMICILIO/SEDE CLIENTE

Trasporto persone: ordinanza regionale n.238 covid-19

Regione Lombardia ha pubblicato l’Ordinanza n. 538 del 30 aprile 2020 che fornisce le istruzioni per gli operatori che si occupano dei servizi di trasporto persone.

Le nuove misure di sicurezza previste dall’ordinanza regionale si applicano su tutti i servizi di trasporto pubblico (treni regionali, metropolitane, autobus, filobus, tram, funivie e servizio di navigazione sul lago di Iseo) e non di linea (taxi e NCC) e hanno validità per tutti i passeggeri e gli operatori di trasporto del territorio regionale. 
Le principali indicazioni sono:

  • A bordo dei mezzi di trasporto pubblico è obbligatorio l’utilizzo di guanti e mascherine. È cura del passeggero procurarsi guanti e mascherine e indossarli correttamente dal momento in cui entra in stazione, sosta alle fermate o banchine, si accoda per salire sui mezzi, al momento in cui si allontana.
  • I sedili da non utilizzare sono contrassegnati da segnali ben visibili.
  • Igienizzazione, sanificazione e disinfezione dei mezzi, infrastrutture e stazioni vengono effettuate almeno una volta al giorno.
  • È sempre consentito il trasporto di monopattini, biciclette pieghevoli e altri dispositivi di micromobilità elettrica.

Vendita per asporto di nuovo consentita

Scarica la vetrofania da esporre nel tuo punto vendita

La possibilità di vendita per asporto è la novità tanto attesa da molte  imprese alimentari.
Dal 4 maggio tale modalità di vendita torna ad essere legale, salvo ordinanze più restrittive di Regione Lombardia o delibere comunali, per le imprese rientranti nell’attività di ristorazione di cui al codice ATECO 56 (bar, ristoranti gelaterie, pasticcerie, pizzerie, rosticcerie, friggitorie, take-away, etc.).

Potrai vendere sia al cliente che viene nel tuo punto vendita a ritirare
un prodotto precedentemente ordinato tramite telefono o e-commerce,
oppure permettere l’accesso per acquisto di alimenti non precedentemente ordinati.

VENDITA PER ASPORTO, NESSUN OBBLIGO  DI PRENOTAZIONE

Tuttavia questa modalità è preferibile per agevolare il tuo lavoro, limitare l’attesa fuori dal negozio ed evitare assembramenti. 
Tanto più che nel DPCM è disposto divieto di sostare nelle vicinanze dei locali e magari qualche zelante organo di controllo si può ritenere legittimato ad intervenire in presenza di file per entrare nei locali.

Aperti ma.. occhio ai protocolli di sicurezza

Puoi aprire dal 4 maggio ma…Se decidi di aprire per il solo asporto, o per l’asporto e la consegna a domicilio (già possibile per molte imprese) devi  adottare le misure precauzionali in analogia con quanto previsto per le attività di commercio al dettaglio.
In particolare il rispetto delle distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e l’uso delle mascherine. Ti rimandiamo alla normativa per i contenuti di dettaglio e al tuo esperto di Ambiente e sicurezza per aggiornamento piano HACCP, documenti di valutazione dei rischi,   protocolli di sicurezza sui quali già tanto è stato detto.
SONO TUTTI ASPETTI DA CONSIDERARE ATTENTAMENTE PRIMA DI APRIRE. 

Misure minime d’igiene

Per quanto riguarda le misure igienico sanitarie da adottare ai fini dello svolgimento dell’attività queste sono indicate nell’allegato 5 al DPCMdal titolo “Misure per gli esercizi commerciali”, che possono essere adottate in analogia anche dai ristoratori e che qui di seguito riassumiamo:
-Distanziamento interpersonale di almeno 1 metro sia nei locali, che all’esterno in attesa di entrare con adeguata informazione per la clientela.
-Utilizzo di mascherine nei locali da parte del personale e della clientela soprattutto dove non è garantito il distanziamento interpersonale.
-Accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani in prossimità della cassa. 
-Locali puliti ed igienizzati con frequenza di almeno due volte al giorno con adeguata aereazione e ricambio d’aria.
-Accesso ai locali una persona alla volta con presenza massima di due operatori in locali di ampiezza fino a quaranta metri quadrati; diversa regolamentazione in locali di metratura superiore in funzione della disponibilità degli spazi. 

Informazioni:

Ufficio Categorie e Mercato, referente Pietro Della Ferrera pietro.dellaferrera@artigiani.sondrio.it

Leggi anche la newsletter spedita alle imprese associate

Newsletter 23 aprile

Newsletter del 27 aprile

Fase 2 – Campagna di comunicazione #Ripartiamo di Confartigianato Benessere

Alla luce dell’incertezza sulla possibilità di riavviare le attività del settore, proseguendo l’opera di sostegno e accompagnamento delle imprese associate in questo momento di particolare difficoltà, Confartigianato – in collaborazione con il Gruppo Netweek – ha pensato ed avviato una campagna di comunicazione e sensibilizzazione denominata #Ripartiamo.

L’iniziativa prevede la realizzazione di una serie di video da 2 minuti ciascuno, nell’ambito dei quali sono illustrate le misure che gli imprenditori si propongono di voler adottare per garantire la sicurezza dei cittadini, al fine di promuovere la professionalità e l’affidabilità delle imprese associate nei confronti dei clienti/consumatori.

I primi due video pubblicati, che possono essere condivisi da ognuno di Voi, riguardano le attività di acconciatura e di estetica, settori che hanno da tempo elaborato un proprio protocollo, in base al quale si dichiarano pronti a ripartire da subito, garantendo la massima tutela di operatori e clienti.

Il link per la visualizzazione ed il download dei video: https://bit.ly/3cZ86CY

Acconciatori ed estetisti. La riapertura al 3 giugno.

Senza interventi mirati aumenta il rischio di chiusura. Rischio di abusivismo in aumento.

Per i saloni di acconciatura e di estetica la fase di riapertura si allontana e bisognerà attendere il 3 giugno. Le dichiarazioni del Premier ieri sera in diretta infatti hanno pure suscitato non poca ilarità dal momento che l’apertura non potrà essere il 1° giugno (lunedì) e nemmeno il 2 giugno (festivo).

Gli operatori di questo settore sono stati i primi a comprendere, fin dagli inizi di marzo, la crucialità del loro lavoro e con responsabilità hanno ottemperato agli inviti delle autorità chiudendo i saloni spesso anche prima dell’introduzione dell’obbligo.

Non stiamo parlando di un settore di nicchia o residuale o in via di estinzione. Il settore del benessere (acconciatori, barbieri, estetisti) ha un peso rilevante; in provincia di Sondrio e nel solo settore artigiano, sono almeno 450 le imprese interessate con circa 1300 addetti.

Oggi il calendario della cosiddetta fase 2 impone a tutti loro un altro mese di chiusura forzata portando così a ben 3 mesi di blocco totale.

Nei giorni scorsi a livello nazionale Confartigianato Benessere aveva avanzato al Governo una proposta seria, responsabile e completa con un “Decalogo di tutte le misure sanitarie e di sicurezza”. Una proposta disattesa.

Per questo già questa mattina Confartigianato ha dichiarato “Incomprensibile e inaccettabile la decisione del Governo di rinviare a dopo il 1° giugno la riapertura. Con senso di responsabilità – prosegue la nota diffusa da Confartigianato – abbiamo elaborato e presentato proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia e sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessità.

Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una incomprensibile dilazione per le nostre attività. Del resto, dopo il 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio?”

Ma il quadro – se possibile – è ancora più grave. Il nodo cruciale infatti è che con le nuove regole (costi della sicurezza e distanziamento) i saloni non sono in grado di avere l’equilibrio economico e finanziario.

Oggi appare più che mai indifferibile un sostegno diretto e forte alle imprese di questo settore da parte del Governo centrale e di quello Regionale. Il sostegno deve essere vigoroso con contributi a fondo perso oppure con interventi di natura fiscale netti e decisi.

Non solo ma è venuto il momento anche per mettere mano alla disciplina del “lavoro a domicilio” per le imprese regolari, non è possibile che di fatto ciò sia “consentito” solo a chi opera in maniera abusiva.

oregioni johnny
Oregioni Johnny

“Non è possibile pensare che i saloni possano farcela con due minimi crediti d’imposta (affitti e spese sanitarie) e con la miseria di due o tre indennità per i titolari – afferma il Presidente provinciale della Categoria, Johnny Oregioni – Qui c’è in gioco la sopravvivenza delle imprese; di questo passo molti operatori saranno costretti a chiudere definitivamente o a rifugiarsi nel  pericoloso vicolo del lavoro in nero.

Non dimentichiamo inoltre che in queste settimane di lockdown gli operatori in regola hanno fatto i conti anche con un dilagare del fenomeno dell’abusivismo creando ancora una volta le condizioni per una concorrenza sleale a danno della salute degli utenti.”

Senza interventi mirati e diretti la pandemia rischia di passare alla storia come il De Profundis di un settore celebrato dalla letteratura e che oggi si sente trattato ingiustamente come la “Cenerentola” dell’economia.

Edilizia – Riavvio attività nel rispetto delle procedure Covid-19

Come confermato dal DPCM del 26 aprile 2020, da lunedì 4 maggio potranno riprendere tutte le attività dei cantieri edili.

La ripresa sarà però sottoposta al rispetto delle indicazioni stabilite all’interno dei protocolli condivisi con le parti datoriali e le parti sociali. I protocolli dei quali si invita a prendere visione e rispettare fedelmente le prescrizioni sono:

  • – 24 aprile 2020;
  • nota – protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19 nei cantieri – 24 aprile 2020;
  • protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro – 24 aprile 2020;
  • Protocollo Condiviso Cantieri Edili – 19 marzo 2020;
  • Protocollo Condiviso Ambienti di Lavoro – 14 marzo 2020.

Ricordiamo che i protocolli si integrano tra loro e che pertanto, tutte le indicazioni, le prescrizioni e gli obblighi dei protocolli precedenti rimangono validi.

Ad una prima lettura del protocollo riguardante i cantieri edili del 24 aprile, e rispetto al precedente protocollo del 19 marzo, le principali integrazioni riguardano, oltre a maggiori specifiche riportate nel capitolo introduttivo quali assunzione di turnazione ed utilizzo degli ammortizzatori sociali, al capitolo 5 “dispositivi di protezione individuale” sesto capoverso l’obbligo per il CSP, coadiuvato dall’RLST o dall’RLS, di adeguare la progettazione di cantiere e verificarne la concreta attuazione, e ottavo capoverso il ruolo dell’addetto primo soccorso e gli obblighi informativi e di dotazioni personali a carico del Datore di Lavoro;

Altra novità riguarda la costituzione del Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo, capitolo dieci, che potrà, in alcuni casi, essere sostituita da un Comitato Territoriale, attenzione poi all’ultimo capoverso riguardante le funzioni ispettive di INAIL e Ispettorato e Polizia Locale.

Il suggerimento generale è quello di attivarsi al fine di applicare ed adottare in toto tutte le misure, le prescrizioni e gli obblighi indicati nei diversi protocolli sottoscritti così da garantire la ripresa in piena sicurezza delle attività.

C’è l’accordo con l’Abi: le banche anticipano l’assegno dell’Fsba

dipendenti delle imprese artigiane sospesi dal lavoro a causa dell’emergenza Coronavirus possono ricevere dalle banche l’anticipazione del trattamento di sostegno al reddito. Lo prevede l’addendum sottoscritto dal Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato (FSBA) e dall’ABI (Associazione bancaria italiana) che rende operativa anche per il settore artigiano la convenzione dello scorso 30 marzo firmata da Confartigianato, dalle principali Confederazioni datoriali con ABI e con i Sindacati dei lavoratori, alla presenza della Ministra del lavoro Nunzia Catalfo.
L’Addendum estende il beneficio dell’anticipazione sociale anche nei confronti dell’assegno erogato da FSBA per le sospensioni del rapporto di lavoro a zero ore.
In pratica, i dipendenti per i quali il datore di lavoro ha presentato una richiesta di sostegno al reddito a FSBA, possono ottenere, tramite la banca presso la quale il Fondo verserà l’assegno ordinario, un’anticipazione pari a 1.400 euro – calcolata per una sospensione a zero ore di 9 settimane – fino all’erogazione dell’assegno.

La convenzione prevede modalità semplificate per l’erogazione da parte delle banche di una anticipazione al lavoratore di 1400 euro, definita in base alla durata massima dell’integrazione salariale (9 settimane) come prevista dal Decreto “Cura Italia”, per fare fronte ai bisogni immediati dei lavoratori sospesi dal lavoro.

Cliccare qui per scaricare i moduli bancari

Wila – San.arti: sospensione versamenti

I Fondi di Assistenza Sanitaria Integrativa San.Arti. e W.i.l.a. hanno deciso, considerato il perdurare dall’emergenza COVID-19, di prorogare l’adozione di misure straordinarie a sostegno di tutte le aziende artigiane iscritte.
Pertanto, analogamente con quanto previsto dall’art.18 del Decreto Legge 8 aprile 2020, n. 23:
• le imprese artigiane iscritte a San.Arti. e a W.i.l.a. con ricavi o compensi non superiori a 50 milioni di euro nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto, potranno sospendere il contributo mensile dovuto al Fondo relativo alle competenze di marzo 2020 (scadenza aprile 2020) e aprile 2020 (scadenza maggio 2020).
La sospensione dei termini è limitata alle imprese che hanno subito una diminuzione dei ricavi o dei compensi di almeno il 33% nel mese di marzo 2020 rispetto allo stesso mese del precedente periodo d’imposta e nel mese di aprile 2020 rispetto al mese di aprile del precedente periodo di imposta.
• le imprese artigiane iscritte a San.Arti. e a W.i.l.a., con ricavi o compensi superiori a 50 milioni di euro nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto, potranno sospendere il contributo mensile dovuto al Fondo relativo alle competenze di marzo 2020 (scadenza aprile 2020) e aprile 2020 (scadenza maggio 2020).
La sospensione dei termini è limitata alle imprese che hanno subito una diminuzione dei ricavi o dei compensi di almeno il 50% nel mese di marzo 2020 rispetto allo stesso mese del precedente periodo d’imposta e nel mese di aprile 2020 rispetto al mese di aprile del precedente periodo di imposta.

Si informa che entrambi i Fondi continueranno comunque a garantire la copertura sanitaria relativa alle competenze oggetto di sospensione.
Qualora le aziende beneficino della sospensione del versamento, sarà comunque necessario compilare e trasmettere le denunce uniemens, con riferimento ai mesi di paga rientranti nel periodo indicato, seguendo le ordinarie tempistiche e modalità.

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