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Tag: covid19

Ordinanza “Mascherine FFP2” dal 1° maggio

Ordinanza “Mascherine”: obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2

A partire dal 1° Maggio e fino al 15 giugno 2022 (salvo proroghe o revoche) è fatto obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 nei seguenti casi:
a) per l’accesso ai seguenti mezzi di trasporto e per il loro utilizzo:
    1) aeromobili adibiti a servizi commerciali di trasporto di persone;
    2) navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale;
    3) treni impiegati nei servizi di trasporto ferroviario passeggeri di tipo interregionale, Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità;
    4) autobus adibiti a servizi di trasporto di persone, ad offerta indifferenziata, effettuati su strada in modo continuativo o periodico su un percorso che collega più di due regioni ed aventi itinerari, orari, frequenze e prezzi prestabiliti;
    5) autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente;
    6) mezzi impiegati nei servizi di trasporto pubblico locale o regionale;
    7) mezzi di trasporto scolastico dedicato agli studenti di scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado;
b) per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati, nonché per gli eventi e le competizioni sportive che si svolgono al chiuso.
È altresì fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, ivi incluse le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistite (RSA), gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti.

È comunque raccomandato di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico.
Non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie:
    a) i bambini di età inferiore ai sei anni;
    b) le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con una persona con disabilità in modo da non poter fare uso del dispositivo;
    c) i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva.

Si rileva che: 

protocolli anti-contagio Governo – Parti sociali sono ancora in vigore. Ricordiamo che i datori di lavoro sono comunque tenuti ai sensi delle vigenti norme in materia di salute e sicurezza (in particolare, D.Lgs. n. 81/2008 e art. 2087 c.c.) ad applicare nei luoghi di lavoro il principio della massima precauzione nella valutazione dei rischi e nella applicazione delle misure di prevenzione e protezione alla tutela dell’integrità fisica dei lavoratori.
Il 4 maggio prossimo il Governo ha convocato Confartigianato Imprese e le altre Parti sociali per l’eventuale aggiornamento dei Protocolli di sicurezza, che rimangono, per ora, invariati ed in vigore nei loro contenuti.

Decreto ‘Super GreenPass’

Il 24 novembre 2021 il Presidente del Consiglio Mario Draghi, insieme al Ministro della Salute, Roberto Speranza, e alla Ministra per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, ha presentato le nuove misure di contrasto alla pandemia deliberate oggi dal Consiglio dei Ministri. Di seguito uno schema delle indicazioni del decreto “Super Green Pass”:

  • Introdotto dal 6/12 il green pass “rafforzato”: si ottiene solo con vaccinazione o guarigione;
  • La validità del green pass “rafforzato” scende da 12 a 9 mesi;
  • Dal 6/12/2021 al 15/1/2022 valgono le nuove regole transitorie per le zone colorate;
  • Il green pass “base” sarà obbligatorio dal 6/12 anche per: alberghi, spogliatoi per l’attività sportiva, trasporto ferroviario regionale e trasporto pubblico locale;
  • L’accesso a spettacoli, eventi sportivi, bar e ristoranti al chiuso, feste e discoteche, cerimonie pubbliche sarà consentito in zona bianca e gialla solo ai possessori di “green pass rafforzato”;
  • Ulteriori limitazioni della zona arancione valide solo per chi non possiede il “green pass rafforzato”;
  • Vaccinazione obbligatoria estesa a personale amministrativo sanità, docenti e personale amministrativo scuola, militari, forze di polizia, soccorso pubblico dal 15/12;
  • Richiamo obbligatorio per professioni sanitarie dal 15/12;
  • Rafforzamento sistema dei controlli: entro 3 giorni dall’entrata in vigore del dI, i Prefetti sentono il Comitato provinciale ordine e sicurezza, entro 5 giorni adottano il nuovo piano di controlli coinvolgendo tutte le forze di polizia, relazionando periodicamente.

Norme che permangono in vigore:

  • La mascherina resta non obbligatoria all’aperto in zona bianca e obbligatoria all’aperto e al chiuso in zona gialla, arancione e rossa. Sempre obbligatorio in tutte le zone portarla con sé e indossarla in caso di potenziali assembramenti o affollamenti;
  • Restano invariate le tipologie e la durata dei tamponi.

Riaperture: anticipo del calendario

Misure urgenti relative all’emergenza epidemiologica da COVID-19 (decreto-legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato ieri, lunedì 17 maggio, un decreto-legge che introduce misure urgenti relative all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Il testo modifica i parametri di ingresso nelle “zone colorate”, secondo criteri proposti dal Ministero della salute, in modo che assumano principale rilievo l’incidenza dei contagi rispetto alla popolazione complessiva nonché il tasso di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva.Inoltre, nelle “zone gialle” si prevedono rilevanti, ancorché graduali, modifiche.

Di seguito le principali:

Dall’entrata in vigore del decreto, mercoledì 19 maggio, il divieto di spostamenti dovuti a motivi diversi da quelli di lavoro, necessità o salute, attualmente previsto dalle ore 22.00 alle 5.00, sarà ridotto di un’ora, rimanendo quindi valido dalle 23.00 alle 5.00. A partire dal 7 giugno 2021, sarà valido dalle ore 24.00 alle 5.00; dal 21 giugno 2021 sarà completamente abolito.

Dal 1° giugno sarà possibile consumare cibi e bevande all’interno dei locali anche oltre le 18.00, fino all’orario di chiusura previsto dalle norme sugli spostamenti;

Dal 22 maggio, tutti gli esercizi presenti nei mercati, centri commerciali, gallerie e parchi commerciali potranno restare aperti anche nei giorni festivi e prefestivi;

Anticipata al 24 maggio, rispetto al 1° giugno, la riapertura delle palestre;

Dal 1° luglio potranno riaprire le piscine al chiuso, i centri natatori e i centri benessere, nel rispetto delle linee guide e dei protocolli;

Dal 1° giugno all’aperto e dal 1° luglio al chiuso, sarà consentita la presenza di pubblico, nei limiti già previsti (25 per cento della capienza massima, con il limite di 1.000 persone all’aperto e 500 al chiuso), per tutte le competizioni o eventi sportivi (non solo a quelli di interesse nazionale);

Dal 22 maggio sarà possibile riaprire gli impianti di risalita in montagna, nel rispetto delle linee guida di settore;

Dal 1° luglio sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò potranno riaprire al pubblico;

Parchi tematici e di divertimento potranno riaprire al pubblico dal 15 giugno, anziché dal 1° luglio;

Tutte le attività di centri culturali, centri sociali e centri ricreativi saranno di nuovo possibili dal 1° luglio;

Dal 15 giugno saranno possibili, anche al chiuso, le feste e i ricevimenti successivi a cerimonie civili o religiose, tramite uso della “certificazione verde”. Restano sospese le attività in sale da ballo, discoteche e simili, all’aperto o al chiuso;

Dal 1° luglio sarà nuovamente possibile tenere corsi di formazione pubblici e privati in presenza.

Decreto riaperture

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 22 aprile 2021 il c.d. Decreto ‘’Riaperture’’.


Il Decreto in sintesi prevede:

  • proroga fino al 31 luglio dello stato d’emergenza;
  • introduzione delle “certificazioni verdi Covid-19”, comprovanti lo stato di avvenuta vaccinazione, guarigione o effettuazione di test negativo;
  • reintroduzione delle zone gialle.

Spostamenti Dal 26 aprile sono consentiti gli spostamenti tra Regioni: a tutti in zona bianca e gialla; alle persone munite della “certificazione” anche in zona arancione o zona rossa.Dal 1° maggio al 15 giugno, in zona gialla, consentito spostamento verso una abitazione abitata una volta al giorno, dalle 5 alle 22, a quattro persone, esclusi minorenni, disabili e non autosufficienti conviventi.In zona arancione, stesso spostamento consentito solo all’interno dello stesso Comune.In zona rossa, vietati spostamenti verso altre abitazioni abitate.


Attività di ristorazione Dal 26 aprile, in zona gialla, consentite le attività dei ristoranti con consumo al tavolo all’aperto, a pranzo e a cena.Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione in alberghi e strutture ricettive limitatamente ai clienti alloggiati.


Cultura, Spettacolo e attività Fieristiche Dal 26 aprile, in zona gialla, consentiti gli spettacoli in cinema, auditorium, teatri, live-club e in altri locali o spazi anche all’aperto, svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale.Capienza consentita non superiore al 50% della massima autorizzata e numero di spettatori non superiore a 1000 all’aperto e a 500 al chiuso.
Dal 15 giugno in zona gialla, consentito lo svolgimento in presenza di fiere; dal 1° luglio, di convegni e congressi, nonché attività di centri termali e parchi tematici e di divertimento.


Istruzione Dal 26 aprile alla conclusione dell’anno scolastico, assicurato in presenza ovunque lo svolgimento di: servizi educativi per l’infanzia, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, e, per almeno il 50%, scuola secondaria di secondo grado.Per le scuole secondarie di secondo grado, in zona rossa, attività in presenza garantita dal 50% al 75%. In zona gialla e arancione, attività in presenza garantita dal 70% al 100%.Sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere la relazione educativa con alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.


Attività sportive Dal 26 aprile, in zona gialla, consentito lo svolgimento all’aperto di attività sportiva, anche di squadra e di contatto.Inoltre, dal 15 maggio, sempre in zona gialla, consentite le attività delle piscine all’aperto e, dal 1° giugno, quelle delle palestre.


Per maggiori informazioni consultare le FAQ del Sito del Governo https://www.governo.it/it/articolo/domande-frequenti-sulle-misure-adottate-dal-governo/15638

In base alle anticipazioni relative all’andamento dei dati epidemiologici, il Ministero della Salute pubblicherà in giornata l’Ordinanza che stabilisce la classificazione delle regioni. E’ ipotizzabile che, a partire da lunedì 26 aprile, Regione Lombardia passi a “Zona Gialla”.

Trasporto persone, tra i settori più colpiti da Covid

-74% ricavi, persi 4,1 miliardi di euro

I dati analizzati da Confartigianato Imprese Sondrio

Il crollo dei flussi turistici, la cancellazione di eventi e fiere, l’annullamento delle gite scolastiche e, più in  generale, la caduta della mobilità conseguente ai provvedimenti restrittivi per contrastare l’epidemia da Covid-19 ha reso drammatiche le condizioni settore del trasporto persone, composto da imprese di trasporto con taxi, trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente e di autobus turistici e scuolabus.

Il comparto, con 29 mila imprese e con 79 mila addetti su tutto il territorio nazionale, è quello che nel 2020, secondo i dati raccolti da Confartigianato, ha segnato una caduta dei ricavi tra le più pesanti, con una flessione del 73,8%: in termini assoluti il trasporto persone ha perso 4.118 milioni di euro di mancati ricavi.

L’analisi di alcune delle variabili relative al mercato delle imprese del trasporto persone delinea un quadro impressionante. Nell’anno del Covid-19 le località italiane hanno perso 78 milioni di arrivi di turisti e 233 milioni di  presenze, mentre le prenotazioni aeree sono crollate del 87%; le previsioni sui primi due mesi del 2021 registrano un sostanziale azzeramento (-98%). Nell’anno dello scoppio della pandemia le presenze turistiche si sono più che dimezzate (-53,3%), combinazione di una flessione delle presenze straniere di intensità doppia (-70,1%) rispetto a quelle degli italiani (-36,1%).

Si dimezza anche il traffico ferroviario e i relativi flussi di viaggiatori da e verso le stazioni: nei primi tre trimestri del 2020 scendono del 50,6% i passeggeri che prendono il treno, con una riduzione stimata su base annua di 447 milioni di passeggeri.

L’analisi dei flussi turistici delle grandi città – dove si concentra un quinto delle presenze turistiche del 2019 ed è maggiore la domanda di servizi di mobilità delle persone – evidenzia nei primi dove mesi del 2020 una caduta  delle presenze turistiche del 73,2%, di trenta punti superiore 43,5% registrato nelle restanti località.

Nel 2020 si sono persi 18 milioni di pernottamenti per viaggi di lavoro, con una riduzione di oltre due terzi (-67,5%), a seguito del sostanziale azzeramento nel secondo trimestre dell’anno di congressi, convegni, seminari (-86,6% nel 2020) riunione d’affari, fiere ed esposizioni (-77,5%), attività culturali, artistiche, religiose (-63,1%), docenze e corsi di aggiornamento professionale in presenza, a cui si è sovrapposto il forte ridimensionamento di viaggi di rappresentanza e vendita (-67,9%) e delle missioni di lavoro (-61,0%).

Con lockdown, provvedimenti di restrizioni alla mobilità e ad attività sono crollati gli spostamenti  relativi agli hub di trasporto (da e verso stazioni ferroviarie, della metropolitana e degli autobus), che nell’ultimo anno, sulla base dei dati di mobilità forniti da Google, segnano tra marzo e dicembre 2020 un calo medio del 39%, che si consolida nel 2021, segnando una flessione del 43% nei primi tre mesi dell’anno.

“Il comparto, anche in Valtellina e Valchiavenna, ha drammaticamente sofferto la rarefazione della didattica in presenza e l’annullamento dei viaggi di istruzione afferma Daniele Gavazzi, referente delle imprese e Vicepresidente della Categoria Trasporto di Confartigianato. In provincia queste attività interessano nelle sole scuole di II grado, quasi 9000 studenti. Ricordiamo – aggiunge Gavazzi – che il settore è impegnato sia nei viaggi collettivi (scolastici e non solo) sia nel turismo. Questi ultimi sono di fatto fermi dal  febbraio del 2020. Al momento alcuni mezzi sono utilizzati a supporto del trasporto pubblico locale per consentire ai pendolari di poter raggiungere le scuole in totale sicurezza, fatta eccezione per i periodi di stop nelle “zone rosse”. Questi servizi non hanno in alcun modo attutivo le conseguenze negative sui bilanci delle imprese e da qui nascono le pressanti richieste di garanzie e tempi certi per poter riprendere a lavorare”.

Decreto Sostegni

Le misure per le imprese contenute nel provvedimento

Sulla G.U. di lunedì 22 marzo, è stato pubblicato il D.L. n. 41 del 22 marzo 2021 (cosiddetto decreto “Sostegni”) in cui sono contenute una serie di provvedimenti finalizzati, principalmente, a sostenere l’economia e le imprese  in materia di lavoro.

Per quel che concerne, in particolare, l’ambito dei soggetti ammessi al contributo a fondo perduto, come richiesto da Confartigianato è stato finalmente superata l’individuazione dei soggetti meritevoli del contributo, dei codici ATECO che ha penalizzato, nei diversi decreti “Ristori”, tutte quelle attività che operano in filiera con  soggetti   costretti a chiusure o a drastiche riduzioni a seguito delle misure emanate per contenere la pandemia.

Confartigianato però, ha anche giudicato assolutamente insufficiente lo stanziamento previsto per la misura (circa 11 miliardi di euro) rispetto all’ingente e straordinaria perdita di fatturato sofferta dalle imprese nel 2020 rispetto al 2019.

Vaccinazione covid19 in azienda: il sistema Confartigianato Lombardia si mette a disposizione

Come espressamente comunicato e assicurato a Regione Lombardia, il sistema  Confartigianato Imprese lombardo, unitamente a tutte le proprie organizzazioni territoriali  aderenti, ha accolto con interesse il provvedimento approvato dalla Giunta Regionale sulla  possibilità di costruire una rete vaccinale riservata ai lavoratori per consentirne la protezione anti  Covid-19 anche presso le aziende, con il contributo di organizzazioni datoriali, imprenditori e  medici competenti.

Dopo averla assicurata alle persone fragilissime e fragili, la scelta di procedere  alla vaccinazione dei lavoratori è certamente giusta e corretta, nonché prioritaria se si vuole favorire la ripresa in sicurezza del sistema economico, ed è certamente indispensabile se si vuole  restituire, nel più breve tempo possibile al sistema economico la dinamicità persa a causa della pandemia. 

Con questo sentimento abbiamo assicurato a Regione di voler al più prestosottoscrivere il  relativoProtocollo di Intesa, impegnandoci anche a proporre eventuali integrazioni e adattamenti,  se necessari, per evitare che si inneschino fattori di disparità per le PMI, a cominciare dalla  potenziale esclusione di tantissime piccole e medie imprese per le quali sarebbe difficilissimo organizzare la somministrazione dei vaccini nella propria sede, in assenza di adeguate condizioni  igienico-sanitarie, logistiche e organizzative.  

Mentre, ovviamente, assicuriamo che le tutte le imprese associate di Confartigianato,  dotate di spazi e condizioni adeguati, sono disponibili nel metterli a disposizione per la  vaccinazione dei lavoratori, sottolineiamo, tuttavia, il nodo critico della necessità di prevedere  figure amministrative e infermieristiche che possano contribuire alla (complessa) logistica della vaccinazione, tenuto conto che i medici non possono da soli sostenere tutto il carico  amministrativo e burocratico conseguente e neppure possono farlo le piccole imprese, se lasciate  sole. A fronte della polverizzazione imprenditoriale e dei lavoratori sul territorio, che è  caratteristica tipica della struttura produttiva e di servizi lombarda, per rendere possibile l’attuazione di un piano vaccinale realmente diffuso, Confartigianato Lombardia ritiene che  occorra definire urgentemente un piano logistico serio, diffuso, capillare, efficiente ed efficace,  senza che questo comporti la traslazione dei pesanti costi relativi esclusivamente sulle spalle del  sistema produttivo. 

Mentre è indispensabile garantire, dunque, per le PMI, che occupano oltre il 50% dei  lavoratori, le medesime condizioni assicurate alle grandi aziende e alle industrie e consentire  anche a questa grande quantità di lavoratori di operare in piena sicurezza e a questa fetta  rilevantissima del nostro sistema economico di ripartire, rimane necessario farlo senza che i problemi organizzativi e sanitari rischino di inceppare il meccanismo vaccinale.

Per questo tutte le  nostre associazioni di territorio, quali facilitatrici, metteranno a servizio le proprie risorse, in una joint venture assolutamente necessaria con Regione Lombardia, alla quale richiediamo un  impegno reale nella messa adisposizione di spazi temporanei e attrezzati nei territori, magari con  linee e aree dedicate e con il necessario personale medico e infermieristicodi supporto, ove poter  convogliare i lavoratori delle piccole e micro imprese che non possano essere vaccinati nei propri  luoghi di lavoro, allorché inadatti. 

Vanno infine chiariti gli aspetti dirimenti della campagna vaccinale, mentre i media  contribuiscono a creare troppo spesso aspettative eccessive attraverso titoli sensazionalistici.  Confartigianato Lombardia non intende, infatti, sottovalutare né nasconderele difficoltà e gli  ostacoli alla campagna vaccinale, sia nazionale che lombarda, che continuamente si manifestano. 

A partire dalle carenze strutturali e della materia prima è difficile pensare che, a breve  termine, si possa partire con la somministrazione dei vaccini nelle imprese superando i tanti  problemi ancora non risolti. È necessario dunque fare chiarezza e dare certezze agli imprenditori  perché possano valutare cosa significa costituire un centro vaccinale presso la propria azienda,  garantendo le condizioni di sicurezza, sanitarie, logistiche, organizzative e amministrative richieste dalle bozze di protocolli diffuse.  

Anche sui tempi richiediamo a Regione e allo Stato una operazione di assoluta trasparenza,  chiarendo, anche per non creare false illusioni, da quando i vaccini saranno disponibili per i  lavoratori, e quali vaccini, e a quali condizioni di conservazione,tenendo conto che, a oggi, una  parte significativa delle categorie maggiormente a rischio (over 80 e persone fragili) non sono ancora state vaccinate e non dando per scontata la fornitura dei vaccini a breve (si veda la  recentissima vicenda del vaccino AstraZeneca). 

Sarà, peraltro, anche indispensabile, nell’ambito del mondo del lavoro, stabilire con  chiarezza quali dovranno essere i settori merceologici e le mansioni considerati a maggior rischio e  ai quali, dunque, riservare la priorità. Nonché quali responsabilità,anche penali, rispetto alla  gestione della vaccinazione, potranno ricadere sui datori di lavoro stessi. Non ultimo il ruolo del  Medico Competente, che può aderire solo volontariamentee che si dovrebbe rendere disponibile  assumendosi le responsabilità che la somministrazione del vaccino comporta, riservando il giusto  livello di attenzione alla storia clinica della persona efronteggiando i possibili effetti collaterali e la  loro gestione a breve termine.  

L’attività di vaccinazione dei lavoratori delle attività produttive lombarde effettuata in  azienda attraverso la disponibilità del medico competente costituisce iniziativa di sanità pubblica,  rivolta alla tutela del cittadino, e si inserisce nella offerta complessiva alla popolazione lombarda,  nel rispetto delle priorità definite negli atti di indirizzo nazionali e regionali.I vaccini, qualora  disponibili, verranno forniti dal SSR (Sistema Sanitario Regionale), ma l’attività del personale  sanitario (Medico Competente in primis) e di quello che deve organizzare la campagna vaccinale  sarà interamente a carico delle aziende? 

Si tratta di domande cruciali per impostare una concreta campagna vaccinale nelle  imprese, rispetto alle quali Confartigianato Lombardia sollecita con forza le Istituzioni a fornire  risposte chiare e rassicuranti, a tutela degli imprenditori e dei lavoratori. 

A questo scopo Confartigianato Lombardia e le proprie organizzazioni di territorio confermano a Regione Lombardia la propria disponibilità, in tempi brevissimi, a un confronto  tecnico operativo.

Ingiustificate e incomprensibili le ipotesi di chiusura di acconciatori ed estetisti in zone rosse

Non vi sono evidenze scientifiche sui contagi nei saloni e il vero pericolo sono gli operatori abusivi 

Confartigianato Imprese Sondrio – riprendendo in parte una posizione già assunta a livello nazionale – giudica  “ingiustificata” ed “incomprensibile” l’ipotesi – contenuta nelle Bozze del nuovo DPCM – di chiudere le attività  dei saloni di acconciatura (barbieri) e i centri estetici nelle eventuali future zone rosse. 

Si tratterebbe di un provvedimento ingiustificato in quanto non vi è un solo dato scientifico che porti a  ritenere che i saloni e i centri estetici siano luoghi a rischio; in questi mesi gli stessi operatori professionali  hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo,  intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario. 

“Non risulta esserci nessuno studio o analisi in mano al Comitato Tecnico Scientifico – afferma Johnny  Oregioni, Presidente provinciale della categoria “Benessere” e presidente regionale degli Acconciatori – dal  quale emerga una correlazione tra l’aumento della diffusione dei contagi e la prosecuzione delle imprese del  comparto benessere. Se è vero che, fino ad oggi, nelle c.d. zone rosse, le uniche attività consentite fossero  quelle legate all’acconciatura, non ci sono evidenze di impennate di casi di positività al virus legate a titolari,  collaboratori e clienti dei saloni, che hanno sempre messo la tutela della salute al primo posto. La gente è  stremata e vogliamo privarli di un momento “sicuro” utile a riprendersi uno spazio di normalità e di serenità?”  

Non si spiega e appare quindi non solo ingiustificato ma anche ingiusta, l’ipotesi di chiudere tali attività e ad  oggi non è dato sapere se l’idea sia del Comitato Tecnico Scientifico o del Governo ma poco conta. Vale la  pena inoltre sottolineare che in passato nelle zone rosse l’apertura era consentita ai parrucchieri e non ai  centri Estetici; una discriminazione quest’ultima che il TAR del Lazio pochi giorni fa’ ha sonoramente bocciato.  

“La sospensione delle nostre attività svolte in sicurezza – aggiunge Oregioni – finirà per innescare l’impennata  dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che al contrario sfuggono totalmente ad ogni controllo  sulla sicurezza e la salute. Ma non è l’unica considerazione di buon senso che viene in mente, ci chiediamo  infatti quanti sono i clienti che raggiungono il proprio acconciatore o estetista di fiducia con mezzi collettivi? Sono una esigua minoranza e tranne per le città forse siamo a numeri vicini allo zero”. 

Confartigianato fa rilevare inoltre che, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, per l’effetto combinato dei  mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza dell’abusivismo, le imprese di acconciatura e di  estetica hanno registrato una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo. 

Confartigianato su sollecitazione di tutte le associazioni territoriali, ha chiesto al Governo di riprendere in  mano le bozze del nuovo DPCM e di riconsiderare le misure restrittive riguardanti le attività del comparto dei  servizi alla persona. 

Sondrio, 1 marzo 2021 Prot. n. 143

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