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Cantieri privati e appalti pubblici. Una fase straordinaria da affrontare con attenzione al territorio.

Vi sono alcuni temi che le associazioni di categoria hanno sollevato anni fa e che non sono stati mai risolti e forse nemmeno affrontati come quello relativo alla carenza di maestranze specializzate o quello, forse peggiore, della concorrenza sleale da parte della vicina svizzera che sottrae le migliori risorse assicurando loro stipendi insostenibili per le nostre imprese. 

Dal 2008 ad oggi il comparto casa ha vissuto una vera e propria crisi che ha falcidiato il numero degli operatori economici. In parallelo è stato perso il ricambio generazionale della manodopera che ritiene questi lavori poco attraenti e preferisce altre professioni meno faticose ma certamente anche meno sicure.

La battaglia condotta per gli appalti a km zero è iniziata almeno 5 anni fa’ ma nonostante le reiterate manifestazioni di adesione da parte degli amministratori pubblici e politici i passi avanti sono stati ben pochi anzi quasi nulli. 

Quindi se oggi le stazioni appaltanti pubbliche lamentano difficoltà nell’affidamento dei propri lavori la soluzione non può certo essere quella di limitare il “kilometro zero” giacché questo non esiste per l’inerzia degli stessi enti. 

Negli ultimi mesi è noto a tutti che i bonus fiscali legati alla riqualificazione energetica e alle ristrutturazioni hanno messo sotto pressione le imprese. Queste ultime dopo anni stanno recuperando il terreno perso ma far fronte alla domanda esponenziale non è semplice. 

“I lavori legati ai bonus fiscali – afferma Gionni Gritti, Presidente di Confartigianato Imprese Sondrio –   assicurano alle imprese entrate certe e in tempi rapidi, cosa che nei lavori pubblici non sempre si verifica.  Non solo, ma negli ultimi mesi vi è un altro fattore che ha condizionato fortemente il mercato ed è quello della carenza di materie prime e l’aumento del loro costo. Non da meno bisogna tenere in considerazione l’ulteriore elemento che sta incidendo negli ultimi anni sul comparto, quello della difficoltà e dei costi del conferimento nei centri di recupero del materiale inerte delle lavorazioni del comparto. Questi centri sono sempre meno a fronte dell’incremento della richiesta del mercato. Questo incide notevolmente sia dal punto di vista operativo sia dal punto di vista economico. Nonostante la task force coordinata dalla prefettura di Sondrio, anche per questo tema non ci sono immediate soluzioni.”

Una fase, quella di oggi, che possiamo quindi definire straordinaria e che pertanto va affrontata con strumenti nuovi, diversi e se possibile straordinari, quali, ad esempio, la creazione di Tavoli di confronto tra tutti i portatori di interesse, anche a livello mandamentale, in cui discutere  e valutare la condizione attuale e le possibili azioni da mettere in campo.

La situazione attuale ha portato molte imprese a privilegiare il mercato privato a discapito di quello pubblico anche se non depone certo a favore delle stazioni appaltanti né i tempi di pagamento né in molti casi i prezzi a base d’asta troppe volte penalizzanti e tirati all’osso. 

“In più occasioni – aggiunge Andrea Lorenzini, Vicepresidente provinciale dell’associazione – abbiamo cercato di far capire che il massimo ribasso negli appalti non è un dispetto compiuto ai danni dell’impresa ma spesso è un sistema deviato che si ripercuote negativamente su tutto il territorio. Amministrare bene la cosa pubblica non vuol dire risparmiare il maggior numero di risorse bensì vuol dire assicurare il mantenimento in ordine e la realizzazione opere di qualità per miglioramento della vita della comunità.”  

Gli effetti dei bonus fiscali non sono destinati a rimanere – come ben noto – eterni e quindi occorre ponderare bene le azioni da mettere in campo per affrontare e superare questa fase ed essere pronti a mantenere lo status raggiunto grazie al volano economico.

Va da sé che queste difficoltà non sono una peculiarità del nostro territorio ma si avvertono  in molte aree del paese; da qui è nata la proposta delle associazioni di categoria di prorogare gli effetti dei bonus fiscali proprio per evitare una concentrazione di commesse (private e pubbliche) a cui le imprese non riescono a far fronte. 

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