Legge ed Albo LIA: vanno abrogati!
Lo ha detto il Governo ticinese ieri. La decisione governativa dovrà passare dal Parlamento ticinese. Impossibile modificare la legge LIA per renderla congrua al diritto superiore. Costi troppo elevati a fronte di risultati incerti.
Ancora poco e l’Albo Lia potrebbe essere solo un brutto ricordo per le aziende artigiane svizzere e italiane. Sebbene la strada verso l’abolizione della Legge Lia – e dell’Albo Lia – sia ancora lunga l’esito finale pare certo.
Dapprima il pronunciamento del Tribunale Cantonale Amministrativo che con una sentenza del 27 febbraio 2018 ha stabilito che la legge sulle imprese artigianali è lesiva della legge federale sul mercato interno e anche del principio di proporzionalità.
Successivamente, il 7 marzo per la precisione, il Consiglio di Stato ha convenuto che le modifiche da apportare alla legge nel tentativo di renderla compatibile al Diritto Superiore renderebbero il sistema di controllo poco efficace, sproporzionato rispetto ai risultati conseguibili e troppo oneroso per l’ente pubblico.
Per ora è prematuro dire cosa accadrà nel breve e medio periodo. Unici punti fermi sono che il Consiglio di Stato ha detto che la legge sulle imprese artigianali va abrogata e ha contestualmente riaffermato la propria determinazione nel proteggere il mercato del lavoro ticinese da ogni forma di concorrenza sleale. In quale modo? Non è dato saperlo, per ora, ma alcune vecchie proposte di valorizzazione e promozione delle aziende locali sembrano poter portare a risultati migliori.
Per approfondimenti:
Servizio di RSI- Radiotelevisione Svizzera del 7 marzo
Per maggiori informazioni contattare l’Ufficio Categorie e Mercato, referente Pietro Della Ferrera (pietro.dellaferrera@artigiani.sondrio.it)