Vaccinazione covid19 in azienda: il sistema Confartigianato Lombardia si mette a disposizione
Come espressamente comunicato e assicurato a Regione Lombardia, il sistema Confartigianato Imprese lombardo, unitamente a tutte le proprie organizzazioni territoriali aderenti, ha accolto con interesse il provvedimento approvato dalla Giunta Regionale sulla possibilità di costruire una rete vaccinale riservata ai lavoratori per consentirne la protezione anti Covid-19 anche presso le aziende, con il contributo di organizzazioni datoriali, imprenditori e medici competenti.
Dopo averla assicurata alle persone fragilissime e fragili, la scelta di procedere alla vaccinazione dei lavoratori è certamente giusta e corretta, nonché prioritaria se si vuole favorire la ripresa in sicurezza del sistema economico, ed è certamente indispensabile se si vuole restituire, nel più breve tempo possibile al sistema economico la dinamicità persa a causa della pandemia.
Con questo sentimento abbiamo assicurato a Regione di voler al più prestosottoscrivere il relativoProtocollo di Intesa, impegnandoci anche a proporre eventuali integrazioni e adattamenti, se necessari, per evitare che si inneschino fattori di disparità per le PMI, a cominciare dalla potenziale esclusione di tantissime piccole e medie imprese per le quali sarebbe difficilissimo organizzare la somministrazione dei vaccini nella propria sede, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie, logistiche e organizzative.
Mentre, ovviamente, assicuriamo che le tutte le imprese associate di Confartigianato, dotate di spazi e condizioni adeguati, sono disponibili nel metterli a disposizione per la vaccinazione dei lavoratori, sottolineiamo, tuttavia, il nodo critico della necessità di prevedere figure amministrative e infermieristiche che possano contribuire alla (complessa) logistica della vaccinazione, tenuto conto che i medici non possono da soli sostenere tutto il carico amministrativo e burocratico conseguente e neppure possono farlo le piccole imprese, se lasciate sole. A fronte della polverizzazione imprenditoriale e dei lavoratori sul territorio, che è caratteristica tipica della struttura produttiva e di servizi lombarda, per rendere possibile l’attuazione di un piano vaccinale realmente diffuso, Confartigianato Lombardia ritiene che occorra definire urgentemente un piano logistico serio, diffuso, capillare, efficiente ed efficace, senza che questo comporti la traslazione dei pesanti costi relativi esclusivamente sulle spalle del sistema produttivo.
Mentre è indispensabile garantire, dunque, per le PMI, che occupano oltre il 50% dei lavoratori, le medesime condizioni assicurate alle grandi aziende e alle industrie e consentire anche a questa grande quantità di lavoratori di operare in piena sicurezza e a questa fetta rilevantissima del nostro sistema economico di ripartire, rimane necessario farlo senza che i problemi organizzativi e sanitari rischino di inceppare il meccanismo vaccinale.
Per questo tutte le nostre associazioni di territorio, quali facilitatrici, metteranno a servizio le proprie risorse, in una joint venture assolutamente necessaria con Regione Lombardia, alla quale richiediamo un impegno reale nella messa adisposizione di spazi temporanei e attrezzati nei territori, magari con linee e aree dedicate e con il necessario personale medico e infermieristicodi supporto, ove poter convogliare i lavoratori delle piccole e micro imprese che non possano essere vaccinati nei propri luoghi di lavoro, allorché inadatti.
Vanno infine chiariti gli aspetti dirimenti della campagna vaccinale, mentre i media contribuiscono a creare troppo spesso aspettative eccessive attraverso titoli sensazionalistici. Confartigianato Lombardia non intende, infatti, sottovalutare né nasconderele difficoltà e gli ostacoli alla campagna vaccinale, sia nazionale che lombarda, che continuamente si manifestano.
A partire dalle carenze strutturali e della materia prima è difficile pensare che, a breve termine, si possa partire con la somministrazione dei vaccini nelle imprese superando i tanti problemi ancora non risolti. È necessario dunque fare chiarezza e dare certezze agli imprenditori perché possano valutare cosa significa costituire un centro vaccinale presso la propria azienda, garantendo le condizioni di sicurezza, sanitarie, logistiche, organizzative e amministrative richieste dalle bozze di protocolli diffuse.
Anche sui tempi richiediamo a Regione e allo Stato una operazione di assoluta trasparenza, chiarendo, anche per non creare false illusioni, da quando i vaccini saranno disponibili per i lavoratori, e quali vaccini, e a quali condizioni di conservazione,tenendo conto che, a oggi, una parte significativa delle categorie maggiormente a rischio (over 80 e persone fragili) non sono ancora state vaccinate e non dando per scontata la fornitura dei vaccini a breve (si veda la recentissima vicenda del vaccino AstraZeneca).
Sarà, peraltro, anche indispensabile, nell’ambito del mondo del lavoro, stabilire con chiarezza quali dovranno essere i settori merceologici e le mansioni considerati a maggior rischio e ai quali, dunque, riservare la priorità. Nonché quali responsabilità,anche penali, rispetto alla gestione della vaccinazione, potranno ricadere sui datori di lavoro stessi. Non ultimo il ruolo del Medico Competente, che può aderire solo volontariamentee che si dovrebbe rendere disponibile assumendosi le responsabilità che la somministrazione del vaccino comporta, riservando il giusto livello di attenzione alla storia clinica della persona efronteggiando i possibili effetti collaterali e la loro gestione a breve termine.
L’attività di vaccinazione dei lavoratori delle attività produttive lombarde effettuata in azienda attraverso la disponibilità del medico competente costituisce iniziativa di sanità pubblica, rivolta alla tutela del cittadino, e si inserisce nella offerta complessiva alla popolazione lombarda, nel rispetto delle priorità definite negli atti di indirizzo nazionali e regionali.I vaccini, qualora disponibili, verranno forniti dal SSR (Sistema Sanitario Regionale), ma l’attività del personale sanitario (Medico Competente in primis) e di quello che deve organizzare la campagna vaccinale sarà interamente a carico delle aziende?
Si tratta di domande cruciali per impostare una concreta campagna vaccinale nelle imprese, rispetto alle quali Confartigianato Lombardia sollecita con forza le Istituzioni a fornire risposte chiare e rassicuranti, a tutela degli imprenditori e dei lavoratori.
A questo scopo Confartigianato Lombardia e le proprie organizzazioni di territorio confermano a Regione Lombardia la propria disponibilità, in tempi brevissimi, a un confronto tecnico operativo.
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