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Tag: COVID-19

Dl Rilancio, bonus casa potenziati con sconto in fattura

Dopo varie anticipazioni e rinvii, il Consiglio dei Ministri ha varato il “Decreto Rilancio” (in attesa di pubblicazione), nel quale è stata inserita, tra le altre, un’importante e attesa misura destinata a rilanciare la filiera delle costruzioni già segnata pesantemente dagli anni di crisi, a cui si è aggiunto il recente blocco dei cantieri dovuto all’emergenza sanitaria: si tratta del potenziamento delle agevolazioni ecobonus e sismabonus, richiesto da tempo da ANAEPA-Confartigianato Edilizia e le altre associazioni di categoria.

Con l’articolo 128 del DL si incrementa al 110% l’aliquota di detrazione spettante per interventi di efficienza energeticariduzione del rischio sismicoinstallazione di impianti fotovoltaici e installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, con riferimento alle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 prevedendo la compensazione in 5 rate annuali di pari importo. Nello specifico gli interventi dovranno riguardare:

  • l’isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo (spesa massima 60 mila euro/unità immobiliare); i materiali isolanti utilizzati devono rispettare i criteri ambientali minimi, cosiddetti CAM, contenuti nel Dm ambiente dell’11 ottobre 2017.
  • le parti comuni degli edifici o su edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A, a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici (spesa massima: 30.000 euro/unità immobiliare); sono comprese le spese di smaltimento e bonifica del vecchio impianto.

Al fine di poter accedere al beneficio, i lavori di efficientamento dovranno però assicurare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, ove non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (A.P.E), ante e post intervento, rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata.

Il sismabonus, invece, viene esteso, oltre alle zone 1 e 2 anche alla zona sismica 3 che ricomprende oltre 1000 comuni sul territorio italiano. Inoltre – si legge nel decreto – in caso di cessione del corrispondente credito ad un’impresa di assicurazione e di contestuale stipula di una polizza che copre il rischio di eventi calamitosi, la detrazione spetta nella misura del 90 per cento.

Nel decreto viene precisato che ambedue le misure valgono per gli interventi effettuati sulle parti comuni di edificio nonché sulle singole unità immobiliari adibite ad abitazione principale.

Il contribuente potrà optare per la cessione o sconto in fattura dell’importo corrispondente alle detrazioni richiedendo un «visto di conformità» al responsabile dei centri di assistenza fiscale, che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta.

Ai fini della cessione dell’ecobonus è necessaria l’asseverazione dei requisiti richiesti da parte di tecnici abilitati e della corrispondente congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati. Una copia dell’asseverazione viene trasmessa esclusivamente per via telematica all’ENEA. Con decreto del MISE sono stabilite le modalità di trasmissione della suddetta asseverazione e le relative modalità attuative.

Allo stesso modo, l’efficacia degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico è asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico. Gli stessi attestano, altresì, la corrispondente congruità delle spese sostenute.

Una novità di rilievo risiede nell’introduzione della possibilità per il soggetto avente diritto alle due detrazioni fiscali, di optare, alternativamente per:

  • un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e da quest’ultimo recuperato sotto forma di credito d’imposta, con facoltà di successiva cessione del credito;
  • la trasformazione del corrispondente importo della detrazione in credito d’imposta da utilizzare anche in compensazione, con facoltà di successive cessioni ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e altri intermediari finanziari.

Anche per il bonus ristrutturazioni e per il bonus facciate vale la possibilità di optare per la trasformazione delle detrazioni fiscali in sconto sul corrispettivo dovuto e in credito d’imposta cedibile.

ANAEPA-Confartigianato Edilizia esprime apprezzamento per la misura di potenziamento dei bonus Rilancio che rappresenta una valida occasione per il rilancio del comparto dell’edilizia e che, al contempo, consentirà il rinnovamento del patrimonio edilizio in un’ottica di sostenibilità e sicurezza.

Si segnala, tuttavia, la preoccupazione che destano l’obbligo dei CAM per i materiali dei ‘cappotti termici’ e la complessità degli adempimenti legati ai superbonus e alla cessione dello sconto (visti di conformità, asseverazioni), specialmente se paragonata al meccanismo più immediato della detrazione per gli interventi di recupero edilizio al 50%.

La crisi Covid-19 modifica il ‘fare impresa’ delle MPI lombarde: più vendite a domicilio, più e-commerce e più smart-working

Sulla base di una rilevazione condotta dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia nel mese di aprile su oltre 3.700 imprese fino a 50 addetti, si stima che 1 micro e piccola impresa lombarda su 5 utilizza almeno un canale alternativo di vendita per proseguire l’attività; in valore assoluto si tratta di 135 mila MPI lombarde. In provincia di Sondrio l’impiego di almeno un canale alternativo coinvolge il 23,2% delle imprese che hanno sospeso l’attività. Nel dettaglio è più diffuso nelle imprese dell’Alimentare, con una quota che è del 46,9%. Seguono le MPI Manifatturiere no food con il 24,3% e quelle dei Servizi con il 21,4%.

Il canale alternativo più utilizzato è quello della vendita a domicilio, che registra un utilizzo da parte del 18,8% delle MPI. La quota sale al 44,8% per le MPI del food; seguono, a distanza, i Servizi (15,9%) e il Manifatturiero (15,7%).

L’e-commerce è presente per l’8% delle MPI, e anche per questo canale le quote più elevate si confermano per Alimentare (13,3%) e Manifatturiero (11,9%). Gli Altri canali (vendite televisive, altri intermediari, ecc.) presentano una diffusione più limitata (2,8%).

I provvedimenti legati all’emergenza Covid-19 hanno determinato shock senza precedenti sulla domanda e offerta del sistema di MPI lombarde, determinando l’attivazione di canali alternativi di vendita per raggiungere i clienti confinati nelle proprie abitazioni.

L’emergenza Covid-19 modifica il trend delle MPI con e-commerce: +15 mila imprese

Prendendo a riferimento la quota di piccole imprese che vendono on- line, si osserva che negli ultimi quattro anni il tasso di crescita delle imprese fino a 50 addetti attive nell’e-commerce è dell’11,6% medio annuo. Qualora, secondo una valutazione prudenziale, il 70% delle MPI che hanno espresso l’intenzione di adottare il nuovo canale realizzasse il progetto nell’arco di un biennio, nel 2021 la quota di piccole imprese attive nell’e-commerce sarebbe di 2,3 punti superiore al valore di trend: applicando tale differenziale all’universo delle MPI si stima che siano 15 mila micro e piccole imprese in più attivate dell’emergenza coronavirus nell’utilizzo del commercio elettronico.

Smart working in crescita nelle MPI, ma non è modalità organizzativa adatta per tutti

Un’impresa su quattro delle micro-piccole imprese e imprese artigiane lombarde, attive ad inizio aprile, hanno implementato soluzioni di smart working. È il Manifatturiero il settore per cui si rileva una quota più alta di imprese che hanno riorganizzato tutta o una parte dell’attività in modalità a distanza (29,4%), seguono i Servizi (25,6%).

Tra le imprese che hanno riorganizzato tutta o una parte di attività a distanza: il 20,5% ha ampliato soluzioni già esistenti e il 79,5% ha implementato soluzioni temporanee a seguito dell’emergenza.

I Servizi sono il settore con una quota più ampia di imprese che già prima dell’emergenza Covid-19 adottava forme di lavoro a distanza (31,9%).

Il 73,9% delle MPI intervistate non ha adottato forme di lavoro agile poiché nella gran parte dei casi (94,9% del totale imprese che non svolge alcuna attività in smart working) l’attività svolta non risulta conciliabile con il lavoro agile. Come prevedibile, sono per lo più le imprese delle Costruzioni (75,4%) a ritenere il lavoro agile inconciliabile con la propria attività. Confrontando il numero delle imprese che già adottavano lo smart working prima dell’emergenza e quelle che si sono organizzate solo successivamente allo scoppio della crisi Covid-19 si rileva un incremento medio complessivo superiore al 300%.

Riparazione elettrodomestici: il manuale anticontagio covid-19 di Confartigianato

La salute tua, dei collaboratori e dei tuoi clienti.
 
Il Manuale contiene le regole e le procedure da seguire da parte delle imprese che effettuano riparazione elettrodomestici per garantire che la prestazione del servizio sia resa in sicurezza per la tutela della salute degli addetti e dei terzi in tutti i processi di lavorazione, dalla presa in carico dell’elettrodomestico fino alla riconsegna dello stesso al cliente.



Tali regole si applicano con riferimento ai due ambiti che in genere caratterizzano l’attività di riparazione:
– AMBITO 1: AZIENDA
– AMBITO 2: DOMICILIO/SEDE CLIENTE
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