Ripresa a piccoli passi, livelli pre-crisi ancora lontani

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“Quello che emerge dalla congiuntura riferita al secondo trimestre 2011 appena presentata è uno scenario di recupero lentissimo per l’artigianato, in cui i livelli pre-crisi restano ancora lontani. In cui, oltretutto, diventa difficile prevedere a breve un ritorno a questi livelli.  C’è qualche segnale rassicurante, come la tenuta di un settore importante, per numeri e giro d’affari, quale è la meccanica” afferma Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato Lombardia, e aggiunge: “Siamo purtroppo ancora dentro la bufera, e il quadro congiunturale non può che risentire delle condizioni economiche generali, mondiali come nazionali. Mai come in questo momento sarebbe necessario un intervento forte della classe politica: un intervento che richiede decisioni coraggiose e risposte a temi ineludibili, che solo una classe politica autorevole e legittimata potrà attuare”.
Il secondo trimestre 2011 registra per la produzione industriale un assestamento del dato congiunturale (+1,0% il dato destagionalizzato) e un rallentamento del dato tendenziale (+4,9%), dovuto anche al progressivo allontanamento dai punti di minimo del periodo di crisi più acuto. Continua la fase di crescita nel secondo trimestre 2011 per le aziende artigiane manifatturiere, con dati positivi sia sulle variazioni tendenziali (+1,3%) che congiunturali (+0,6%), ma si riduce l’intensità della crescita rispetto agli scorsi mesi.

Mentre l’indice della produzione industriale supera per la prima volta dopo la crisi il limite di quota 100 (101,6 il dato destagionalizzato, base anno 2005=100), l’indice della produzione per le aziende artigiane, pur positivo, resta a quota 77 (dato destagionalizzato, base anno 2005=100).

Tra i settori dell’artigianato sono solo cinque a crescere su base annua: siderurgia (+7,4%), meccanica (+4,9%), gomma-plastica (+2,1%), pelli-calzature (+1,3%) e abbigliamento (+0,5%). Gli altri settori presentano variazioni tendenziali negative comprese tra il -6,2% dell’alimentare e il -1,0% della carta-stampa.

Nell’artigianato i beni di investimento registrano una contrazione del 2,3% mentre i beni intermedi (+2,9%) e i beni di consumo finale (+1,4%) conservano il segno positivo. I dati sulla produzione per dimensione vedono crescere le imprese artigiane di media dimensione (+3,6%) e le più grandi (+2,1%). Le micro imprese registrano invece ancora una contrazione della produzione su base annua (-1,5%).

Cala anche il numero delle imprese artigiane in crescita: a fronte del 34% di aziende in forte crescita (erano il 36% lo scorso trimestre), il 32% dichiara variazioni tendenziali molto negative (la quota era 29% lo scorso trimestre), ed è del 4% la quota di imprese con contrazioni minime (3% lo scorso trimestre).

L’occupazione è ancora in ritardo rispetto al recupero dei livelli produttivi. Per l’artigianato il saldo occupazionale è nullo, ma la quota di aziende che ha utilizzato ore di CIG nel trimestre è salita al 10,0%, con una quota sul monte ore trimestrale dell’1,3%.
Altre variabili dell’andamento congiunturale:

  • Il fatturato a prezzi correnti rallenta la crescita su base annua (+1,6%), mentre segna una svolta positiva rispetto al trimestre precedente (+1,0%).
  • Il tasso d’utilizzo degli impianti per l’artigianato conferma il livello raggiunto lo scorso trimestre (71,4%). Fra i settori dell’artigianato si registrano tassi di utilizzo inferiori al 70% per i settori con produzione in contrazione: minerali non metalliferi (65,1%), tessile (67,4%), alimentari e legno-mobilio (68,7%), carta-stampa e manifatturiere varie (69,3)
  • Gli ordinativi acquisiti nel trimestre sono in contrazione sia a livello congiunturale (-0,4% dall’interno e -1,5% dall’estero), che tendenziale (-1,3% dall’interno e -2,8% dall’estero). La quota del fatturato estero sul totale cresce leggermente (6,5%), ma questo mercato rimane marginale per il fatturato dell’artigianato lombardo. Il periodo di produzione assicurata diminuisce rispetto allo scorso trimestre, fermandosi a 34 giornate.
  • Il livello delle scorte dei prodotti finiti è ritenuto adeguato dal 68% delle imprese. La quota di aziende artigiane che dichiara di non tenere scorte è il 67%.
  • Le scorte di materie prime sono adeguate per il 54%; prevalgono, fra le restanti, i giudizi di scarsità (-8% il saldo).
  • Si raffreddano le spinte inflazionistiche sui prezzi medi delle materie prime che registrano incrementi congiunturali del 3,8% per le artigiane (contro il +7,2% dello scorso trimestre). Anche i prezzi dei prodotti finiti rallentano la crescita arrivando al +0,9%. A causa dell’attenuazione maggiore registrata dalle variazioni dei prezzi delle materie prime rispetto ai prodotti finiti, il divario tra le variazioni risulta in contrazione.

Le aspettative degli imprenditori si addentrano tutte nell’area negativa, con un peggioramento più intenso della domanda interna rispetto a quella estera, e della produzione rispetto all’occupazione. Ben l’89% degli artigiani non prevede variazioni dei livelli occupazionali.

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