Manovra economica, Merletti:’Manca attenzione alle Pmi, la maggioranza delle imprese del Paese’
“Siamo consapevoli del grande impegno profuso dal Governo per fronteggiare la drammatica situazione del Paese e condividiamo gli sforzi per uscire dalla crisi. Ma, proprio perché gli artigiani e i piccoli imprenditori sono pronti a fare la loro parte per l’interesse generale del Paese, non possiamo non ribadire la nostra preoccupazione per una manovra che, sul fronte delle misure per lo sviluppo, è orientata su un’unica tipologia d’impresa. Le misure per lo sviluppo non passano soltanto per la crescita dimensionale delle imprese”.
E’ il commento di Giorgio Merletti, vicepresidente nazionale di Confartigianato e Presidente di Confartigianato Lombardia, al termine dell’incontro tra il Governo e le parti sociali per la presentazione della manovra.
“Purtroppo – sottolinea Merletti – dobbiamo registrare una carenza di attenzione alle micro, piccole e medie imprese, vale a dire il 98 per cento delle aziende del nostro Paese. Ad esempio, le misure della manovra riguardanti il Fondo Centrale di Garanzia e quelle sull’innovazione e la ricerca prevedono soglie talmente alte da impedirne di fatto l’accesso ai piccoli imprenditori. Accanto ai necessari interventi per il risanamento dei conti pubblici, non può non esservi un impegno chiaro nei confronti dell’economia reale, costituita proprio da artigiani, piccoli e medi imprenditori. Altrimenti si rischia di far percepire la manovra solo sul versante dei sacrifici e non come una occasione di sviluppo e di rilancio del nostro sistema economico”.
“La situazione d’emergenza che stiamo vivendo – sottolinea Merletti – non può giustificare interventi ‘tarati’ soltanto su una dimensione imprenditoriale. In questo modo non faremmo che ripetere gli errori del passato. Reperire risorse senza restituire fiducia a imprenditori e cittadini non è la strada migliore per uscire dalla crisi”.

Rete Imprese Italia (Confartigianato, Casartigiani, Cna, Confcommercio e Confesercenti) sottolinea come “gli imprenditori non intendono sottrarsi alle azioni necessarie per consentire il risanamento dei conti pubblici, ma sono coscienti che l’efficacia degli interventi si dovrà misurare sulla capacità di rilancio della nostra economia. Il riequilibrio dei saldi di finanza pubblica non può essere raggiunto se prevalgono gli effetti depressivi su redditi e consumi rispetto ai tagli alla spesa”.
“Da qui la forte preoccupazione relativa alla sterilizzazione dell’indicizzazione delle pensioni e all’aumento dell’IVA – continua la nota – a fronte di interventi sui costi della politica e sul funzionamento della macchina pubblica ben al di sotto delle aspettative. Per sostenere le imprese di minore dimensione, che contribuiscono alla creazione della maggior parte del reddito e dell’occupazione, vanno attentamente calibrate le misure relativa a liberalizzazioni, concorrenza e accesso al mercato degli appalti”.
“Siamo certi che il passaggio alle Camere – conclude la nota – potrà consentire di apportare le opportune correzioni nella direzione di una maggiore equità nel prelievo, incidendo maggiormente sulle grandi rendite, accrescendo il controllo della spesa, favorendo le condizioni per la ripresa e assicurando il necessario sviluppo al Paese”.
“Questa è la prima manovra del Governo tecnico e contiene solo misure di sacrificio e di inasprimento fiscale con effetti anche sul piano dell’inflazione – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Sondrio Fabio Bresesti – mancano provvedimenti per la ripresa produttiva e dei consumi. Una manovra pensata esclusivamente per l’Europa e per i mercati; l’auspicio è che questi ultimi rispondano almeno positivamente e che l’Italia non sia più al centro della speculazione internazionale e scongiuri un finale come quello della Grecia. Ma questo Governo non può certo limitarsi a questo e se così fosse il nostro giudizio sarebbe del tutto negativo. Per questo il mondo delle piccole e medie imprese si attende e ha già fatto proposte in tal senso, altri provvedimenti finalizzati alla crescita e allo sviluppo che sappiano una volta per tutte mettere al centro le imprese che sono le uniche che possono garantire occupazione e crescita.”
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