Lombardia prima in Ue per occupazione nel manifatturiero ma è la regione italiana che ha sentito di più la crisi
Il Presidente di Confartigianato Lombardia Giorgio Merletti con il delegato per l’osservatorio, Marco Galimberti, hanno presentato martedì mattina a Milano al Circolo della Stampa, il primo rapporto dell’Osservatorio Artigianato e PMI, uno strumento che descrive puntualmente la realtà economica dell’artigianato in Lombardia, con particolare attenzione alle realtà provinciali.
Una situazione fatta di qualche segnale di miglioramento, ma anche di una serie di criticità che vanno considerate con attenzione.
Il rapporto dal titolo “Ripresa a bassa velocità”, fotografa una situazione in cui, dopo tre anni di crisi, le imprese lombarde provano a risalire la china e presenta una Lombardia da record in Europa: la prima per occupazione nel manifatturiero e la seconda nei servizi, ma la Lombardia paga, fra tutte le regioni italiane, il maggior calo del PIL nella crisi e il più alto numero di ore autorizzate di Cassa Integrazione nell’artigianato.
“In Lombardia la voglia di intraprendere non si è fatta fermare dalla crisi, come testimonia la nascita di 77 nuove imprese artigiane ogni giorno – commentano il Presidente di Confartigianato Lombardia Merletti e il delegato per l’osservatorio Galimberti – ma non possiamo non guardare ad alcuni segnali, indice di una serie di criticità con cui le nostre imprese hanno a che vedere quotidianamente”.
Fra queste la fiscalità locale, il gap di competitività causato dal ritardo nel rilascio delle concessioni per la costruzione di immobili produttivi; la burocrazia e il costo dell’energia elettrica.
La ripresa a bassa velocità dispiega i suoi effetti soprattutto sul mercato del lavoro, che anche in Lombardia permane in condizioni difficili, seppure relativamente migliori rispetto alla media nazionale: il tasso di disoccupazione è ancora al 5,1% nel III trimestre 2010, con un picco di disoccupazione giovanile (tra 15 e 24 anni) pari al 18,5% che sale al 23,2% in provincia di Milano (16,6% per Sondrio).
“Il ricordo di tassi vicini alla piena occupazione sembra ormai lontano – continua Merletti – proprio per questo andrebbe posta maggiore attenzione all’orientamento formativo dei giovani, verso professioni che ancora offrono buone prospettive di impiego: dalle nostre ricerche risultano infatti di difficile reperimento il 40,5% delle assunzioni non stagionali previste dall’artigianato per il 2010. A questo proposito, andrebbero maggiormente valorizzati anche strumenti per avvicinare formazione e lavoro quali l’apprendistato, utilizzato con successo da molte imprese artigiane e micro imprese lombarde”.
Nel settore dei servizi – aggiunge il presidente Merletti – la crescita delle imprese cinesi ( + 197,3%) sta mettendo in crisi alcune categorie come i parrucchieri. Per quanto riguarda i valori assoluti dall’osservatorio risulta che su 429.000 ditte individuali quelle con titolare straniero sono 59.382 (575 in provincia di Sondrio), di cui 6.702 cinese, di queste ultime la maggioranza ha sede nella zona di Milano.
“Le sfide aperte, in particolare per le piccole imprese – conclude il presidente Merletti – sono quindi molte e giocate su più fronti: se ne uscirà vincitori probabilmente solo con un impegno congiunto di imprese, Associazioni e Istituzioni, ciascuno nel proprio ruolo, ma con l’obiettivo comune di realizzare un modello di sviluppo economicamente sostenibile, che nasca dal recupero del terreno perduto ma sappia guardare oltre l’emergenza, in una logica di medio periodo, per affrontare il futuro ripartendo da solide basi.”
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