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Gionni Gritti, presidente di Confartigianato Imprese Sondrio:“Il lavoro artigianale, un valore di crescita”

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“Ho letto con attenzione l’intervento a firma del Prof. Guglielmo Giumelli sul quotidiano “La Provincia di Sondrio” del 17 luglio 2012” dal titolo “La scelta: rivalutare il lavoro manuale” e non poteva che attirare la mia attenzione. Il titolo infatti indicava un tema molto caro al mondo dell’artigianato e più in generale delle piccole  imprese. Una fetta ancora troppo alta dei nostri giovani manifestano (ma è così da almeno vent’anni) una scarsa attenzione verso determinate scelte professionali e questa condizione si ripresenta puntualmente quando si affronta il grande capitolo del rapporto fra i giovani e il mondo del lavoro e quindi di conseguenza quando si discute delle scelte scolastiche. Se tale rifiuto è vero non si può certo imputare solo ai giovani che forse hanno una visione del mondo del lavoro – e ciò si riflette anche nelle aspettative dei genitori – un po’ parziale e nessuno può esimersi dal contribuire a colmare questa gap.

E’ vero che le imprese faticano a trovare determinate figure professionali così come sono in via di estinzione alcuni mestieri mentre certe abilità legate alla maestria artigiana rischiano di non essere più tramandate con un danno per il sistema non solo economico ma anche culturale e in un certo senso anche sociale. Nella sua analisi lei afferma che le imprese investono poco nella formazione professionale delle risorse umane e su questo punto mi sento in dovere di aggiungere almeno una precisazione. Negli anni l’impegno da parte del mondo imprenditoriale è stato forte non foss’altro perché senza questi forti investimenti nel capitale umano molte imprese non sarebbero state in grado di far fronte al progresso tecnologico e informatico degli ultimi anni.

Gionni Gritti

Nel caso delle micro imprese artigiane non serve scomodare l’era del digitale perché la crescita professionale dei lavoratori avviene giorno dopo giorno nello svolgimento dell’attività lavorativa e non vi è formazione esterna che possa reggere il confronto.

Nelle piccole imprese la divisione dei compiti non ha nulla a che vedere con le teorie fordiste ma al contrario i lavoratori hanno la possibilità di comprendere ogni aspetto aziendale al punto tale che la formazione è talmente ampia, articolata e approfondita che dopo un certo numero di anni può nascere e spesso nasce la voglia di mettersi in proprio. Nelle piccole imprese le risorse umane, i lavoratori o collaboratori come amiamo definirli noi, sono la vera ricchezza e rappresentano un valore inestimabile. Il prof. Paolo Preti nel suo libro “Il meglio del piccolo” ha magnificamente elaborato il concetto della collaborazione fra capitale e lavoro nelle realtà minori esaltando proprio il valore della relazione e della fiducia. Nell’intervento del prof. Giumelli sul quotidiano “La Provincia di Sondrio” del 17 luglio è stato sfiorato uno dei veri problemi del rapporto fra i giovani e il lavoro ed è la cultura predominante che vede nel lavoro manuale e professionale e quindi nella formazione scolastica di tipo tecnico e di matrice professionale una scelta residuale e comunque posta ad un livello inferiore rispetto a quella scientifica o umanistica. Da anni combattiamo questo pregiudizio cercando in ogni modo di far comprendere che il valore fondante del lavoro e l’etica della professione trovano fondamento nella natura dell’essere umano  e nella possibilità di mettere a frutto le proprie inclinazioni.

Da anni la nostra associazione come altre che rappresentano il ricco mondo delle imprese artigiane è impegnata nelle attività di orientamento nelle scuole, nelle testimonianze in convegni e seminari e financo da ultimo anche nelle poche dissertazioni accademiche con un solo obiettivo e cioè far conoscere, scoprire e rivalutare il lavoro creativo, vero e produttivo delle nostre realtà.

Nel passato abbiamo combattuto anche contro una diffusa resistenza a creare quel necessario  nesso fra le scelte scolastiche e gli sbocchi occupazionali come se le prime dovessero rispondere ad un’autonomia quasi sacrale rispetto al mercato e alla produzione come se queste ultime appartenessero al profano. Noi proseguiremo lungo la strada tracciata nella convinzione che il mondo delle piccole e medie imprese artigiane siano in grado di offrire occasioni di crescita professionale, personale ed economica e che la via per giungere a questo passa attraverso una formazione più vicina alle necessità del mondo produttivo e reale.

L’auspicio è che la nostra voce possa contare su nuove alleanze. Forse non si riuscirà ad invertire una tendenza culturale ampia ma qualsiasi passo in avanti nella nostra piccola realtà sarà un piccolo ma concreto aiuto nella costruzione del futuro dei nostri figli.”

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