Rete Imprese Italia (Confartigianato, Casartigiani, CNA, Confcommercio e Confesercenti), Alleanza delle Cooperative Italiane, Abi, Ania, Confindustria martedì 18 ottobre hanno inviato una lettera congiunta al Presidente del Consiglio dei Ministri, che da un lato lamenta la non risposta dell’esecutivo alle varie proposte avanzate, dall’altro sottolinea come il tempo sia “scaduto”.
L’appello segue di pochi giorni il “Manifesto delle imprese” dove le stesse organizzazioni, la quasi totalità del tessuto imprenditoriale nazionale, hanno messo nero su bianco proposte – dalle pensioni alle liberalizzazioni alle infrastrutture fino alla patrimoniale – per uscire dalla morsa del debito pubblico e favorire la ripresa.
Ma, questa è la denuncia, «nessuna reazione concreta è seguita da parte del Governo e
nessun dialogo è stato aperto». E mentre continuano i crolli in borsa e lo spread con il Bund tedesco si allunga sempre di più, «il ritardo che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita e della credibilità sta costando moltissimo in termini di occupazione, risparmi delle famiglie e valore delle imprese».
“Il nostro è un appello forte al fare”- ha dichiarato Fabio Bresesti, presidente di Confartigianato Imprese Sondrio – “le imprese vogliono partecipare alla stesura del provvedimento Sviluppo per la messa a punto delle misure per contribuire ad accrescere fattibilità ed efficacia. Un tavolo al quale però incredibilmente le imprese non siedono, a dispetto quanto invece sta avvenendo in ogni Paese della Ue”.
Di seguito il testo della lettera inviata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Ill.mo sig. Presidente,
alcuni giorni addietro abbiamo presentato, come Associazioni di Imprese, alcune proposte tese a favorire la sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo e la ripresa economica del nostro Paese.
Ci ha mosso la preoccupazione incalzante dei nostri associati per un quadro congiunturale che si dimostra ogni giorno più severo.
La situazione è sempre più difficile, la fiducia nel nostro Paese sta velocemente diminuendo malgrado gli innegabili punti di forza dell’Italia e i risultati raggiunti.
Al fine di contribuire a fornire una risposta efficace a questa situazione abbiamo elaborato proposte concrete che possono essere discusse e integrate. Ad oggi, nessuna reazione concreta è seguita da parte del Governo e nessun dialogo è stato aperto.
Sappiamo che il Governo ha in animo di approvare un Decreto Sviluppo e, anche a questo proposito, riterremmo utile poter partecipare alla individuazione e alla messa a punto delle misure per contribuire ad accrescerne fattibilità ed efficacia. Un confronto di tal genere sarebbe oltremodo utile e pienamente in linea con quanto avviene in ogni Paese dell’Unione Europea.
Il ritardo che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita e della credibilità sta costando moltissimo in termini di occupazione, valore dei beni e dei risparmi delle famiglie, investimenti e valore delle imprese.
L’Italia ha mezzi, risorse, intelligenze, per risalire la china ma il tempo è scaduto. E’ allora di fondamentale importanza che il Decreto Sviluppo contenga misure strutturali, concrete e credibili, che diano un chiaro segnale di inversione di marcia, in assenza delle quali rischierebbero di essere vanificati gli sforzi fatti fino ad oggi in ordine alla tenuta dei conti pubblici.
Il nostro è un appello forte al fare: con unità di intenti è possibile superare una fase difficile. Confidiamo che il Suo Governo voglia realizzare le iniziative necessarie e adeguate alla gravità del momento.
Le imprese industriali, le imprese artigianali, commerciali e dei servizi, le imprese cooperative, le imprese bancarie e assicurative stanno facendo del loro meglio per passare attraverso l’attuale difficile contingenza, ma solo nel contesto di un efficace piano integrato e condiviso di rilancio del Paese questi sforzi non verranno vanificati.
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