E’ l’allarme lanciato da UNATRAS (costituita da Confartigianato Trasporti, CNA FITA, FAI, FIAP L., SNA/CASARTIGIANI, UNITAI).
“Alla variabile internazionale – sottolinea Francesco Del Boca, Presidente di Unatras e di Confartigianato Trasporti – si aggiunge quella speculativa dei mercati finanziari, ancora più grave e che riteniamo assolutamente inaccettabile. Nel picco del luglio 2008, con un prezzo di quasi 150 dollari al barile, pagavamo per la benzina 1,528 euro per litro; oggi ce ne chiedono altrettanti (precisamente 1,524) ma con il barile a 104 dollari (per il gasolio la differenza è risibile, 0,11 centesimi- da 1,52 a 1,41 euro/l)”.
I conti – secondo UNATRAS – non tornano. Le scorte, in realtà, appaiono agli osservatori più che sufficienti per il fabbisogno mondiale. Dunque sono le manovre speculative sulle quantità già stoccate nei mesi scorsi a provocare i paurosi aumenti a cui assistiamo oggi. Infine, la nostra tassazione nazionale dei carburanti risulta essere per imprese e cittadini una delle più pesanti in Europa, al di là di iniziative e proposte comunitarie.
“Auspichiamo – conclude il Presidente Del Boca – che il Governo, al fine di non vanificare quanto di buono fatto a favore dell’autotrasporto con le misure contenute nel Milleproroghe, si attivi subito con un piano per arginare la situazione, intervenendo sulle accise e diminuendo sul breve periodo il prezzo al litro del carburante, come peraltro già fatto in passato. Ciò consentirebbe peraltro un più che legittimo allineamento dei prezzi italiani a quelli europei”.
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