Consorzi: il futuro dell’edilizia

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Numeri drammatici per il settore dell’edilizia: dal 2007 sono in caduta libera investimenti e occupazione. Anaepa Confartigianato non si rassegna alla crisi e punta sulle aggregazioni in consorzi per resistere e conquistare nuovi mercati.

Una crisi così non si era mai vista: dal 2007 il settore dei lavori pubblici e dell’edilizia privata vive uno dei suoi momenti peggiori. Soltanto nel 2009 si sono persi 137mila posti di lavoro. E quest’anno, almeno stando alle cifre del Cresme, le cose non andranno meglio. Fa eccezione la riqualificazione degli edifici residenziali che nel primo scorcio del 2010 ha registrato un timido +1% degli investimenti.

Arnaldo Radaelli

In un panorama così difficile le imprese artigiane dell’edilizia hanno un’unica strada per resistere: puntare all’aggregazione.

Ne è convinta Anaepa Confartigianato che il 17 maggio a Milano ha convocato la prima Convention nazionale dei propri consorzi di costruzioni per individuare le strategie di rilancio del settore.

“Si dice che “l’unione fa la forza” – spiega Arnaldo Radaelli, Presidente di Anaepa – e questo è l’impegno che ci stiamo prendendo come rappresentanti delle micro e piccole imprese per cercare di fare massa critica. L’aggregazione, i consorzi, il lavorare in rete diventa uno degli strumenti per non essere subappaltatori, per non essere – diciamo così – messi ai margini del sistema e soprattutto anche un modo per valorizzare la qualità, l’innovazione e la specificità che fa parte del nostro sistema ma sopratutto anche quello di valorizzare la legalità che c’è nel nostro mondo”.

La risposta agli interrogativi degli imprenditori è venuta da Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti.

“Far ripartire i piccoli lavori. Noi – ha detto Castelli a margine della Convention – abbiamo investito ottocento milioni di euro in piccoli lavori. Resta purtroppo il problema del patto di stabilità che inevitabilmente va osservato stante la situazione finanziaria che in questo momento sta fermando circa undici miliardi di opere dei Comuni”.

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