
Bando per l’innovazione delle filiere di economia circolare in Lombardia
Fase 1 e Fase 2
Con una dotazione finanziaria di 400 mila euro, di cui 200 mila a carico di Regione Lombardia e i restanti 200 mila a carico delle Camere di Commercio della Lombardia, con il seguente provvedimento, che afferisce esclusivamente alle fasi 1 e 2 del bando INNOVAZIONE DELLE FILIERE DI ECONOMIA CIRCOLARE IN LOMBARDIA 2019 , si intende favorire la transizione delle imprese lombarde verso un modello di economia circolare, la riqualificazione dei settori e delle filiere lombarde e il riposizionamento competitivo degli interi comparti rispetto ai mercati attraverso il sostegno a:
1) progetti che promuovano il riuso e l’utilizzo di materiali riciclati, di prodotti e sottoprodotti derivanti dai cicli produttivi in alternativa alle materie prime vergini, riduzione della produzione di rifiuti;
2) Eco-design: progetti che tengano conto dell’intero ciclo di vita del prodotto secondo la metodologia LCA (LIFE Cycle Assessment) Le idee progettuali devono afferire ad uno o più dei seguenti ambiti:
• innovazione di prodotto e processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse, utilizzo di sottoprodotti in cicli produttivi, riduzione produzione rifiuti e riuso dei materiali;
• progettazione e sperimentazione di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento della filiera produttiva;
• sperimentazione ed applicazione di strumenti per l’incremento della durata di vita dei prodotti ed il miglioramento della loro riciclabilità (Eco-design);
• implementazione di strumenti e metodologie per l’uso razionale delle risorse naturali, a loro volta declinati:
1. favorire l’approvvigionamento di materie prime seconde autorizzate o materiali bio-based (di origine biologica) in sostituzione a materiali vergini;
2. favorire l’approvvigionamento energetico attraversi fonti rinnovabili e il contenimento energetico;
3. promuovere l’eco design di prodotti che porti ad una maggior: a. efficienza nell’uso delle risorse (e.g. realizzati con materiali riciclati, etc.); b. allungamento della vita utile dei prodotti (e.g. prodotti modulari, facilmente disassemblabili e riparabili, etc.), per la fase di utilizzo, per la riparabilità, per la riciclabilità e per il remanufacturing (rigenerazione); c. efficienza dei prodotti nella fase di utilizzo (e.g. minori consumi energetici); d. riciclabilità dei prodotti a fine vita.
4. promuovere l’eco design di imballaggi che porti ad una migliore:
a. efficienza nell’uso delle risorse (e.g. imballaggi più leggeri, realizzati con materiali riciclati e riciclabili, etc.);
b. performance ambientale nella fase di utilizzo (e.g. facilità di stoccaggio per il trasporto, etc.);
c. riciclabilità di questi a fine vita.
5. implementare soluzioni tecnologiche/gestionali in grado di ottimizzare i processi produttivi con conseguente riduzione dei rifiuti in questa fase attraverso il riuso dei residui di lavorazione nello stesso ciclo produttivo (refurbishment);
6. proporre soluzioni tecnologiche/gestionali per la riduzione dei consumi di acqua necessaria alle lavorazioni e/o riciclo e riutilizzo dell’acqua utilizzata;
7. proporre soluzioni per di ridurre la propria produzione di rifiuti pericolosi (es. sostituendo chemicals/prodotti pericolosi con chemicals/prodotti non pericolosi all’interno del proprio processo produttivo, etc.);
8. proporre soluzioni tecnologiche/gestionali di “upcycling” ovvero processi di riciclo in cui i rifiuti vengano convertiti in nuovi materiali/prodotti di alta qualità e valore;
9. proporre soluzioni tecnologiche/gestionali che siano in grado di apportare un miglioramento della qualità delle materie prime seconde autorizzate;
10. introdurre modelli innovativi di business dove i prodotti non vengono acquistati ma utilizzati da imprese o consumatori finali attraverso logiche di sharing e approcci “pay-per-use”;
11. creazione di partnership di scopo tra soggetti, anche non operanti nella medesima filiera, grazie alle quali materiali di scarto, residui industriali, sotto-prodotti vengano impiegati in altri processi produttivi riducendo così la generazione di rifiuti e producendo benefici economici ed ambientali per tutto il territorio (simbiosi industriale);
12. creazione di forme di ritiro dei propri prodotti a fine vita, ad esempio allo scopo di riutilizzarne parti o componenti aventi ancora valore, avviarli a processi di remanufacturing, etc. (attivazione di programmi di takeback);
13. sviluppo di strumenti di misurazione delle performance di circolarità per i settori prioritari del Piano d’azione europeo per l’economia circolare (e.g. costruzioni, alimentare, etc.) che servano ad identificare chiaramente azioni ed ambiti di miglioramento. Possono beneficiare dell’iniziativa le micro, piccole e medie imprese (MPMI) in forma singola o in aggregazione – costituita da almeno 3 imprese – rappresentanti la filiera e senza esclusione di codice Ateco. All’aggregazione può prendere anche una grande impresa che non può essere beneficiaria del contributo.
Ricordiamo che il bando si declina in 2 fasi consequenziali:
FASE 1 – CANDIDATURE DELLE IDEE PROGETTUALI:
presentazione delle “idee progettuali” che saranno sottoposte alla valutazione di apposita Commissione, per ammissione alla Fase 2. Nella predisposizione dell’idea progettuale bisognerà indicare l’importo contributo – 10 mila o 20 mila euro – che, in caso di ammissione alla fase 2, verrà rendicontato.
FASE 2 – INDIRIZZO E SUPPORTO ALLA PRESENTAZIONE DEI PROGETTI DEFINITIVI:
i soggetti aggiudicatari della fase 1 dovranno perfezionare il progetto, che dovrà focalizzarsi sull’analisi della fattibilità tecnicoscientifica e su un’ipotesi di piano di commercializzazione dell’innovazione realizzata.
Contestualmente alla presentazione del progetto esecutivo, bisognerà, in base all’importo indicato in fase 1, procedere alla presentazione della rendicontazione di progetto, a fronte della quale verrà riconosciuto un contributo a fondo perduto, concesso in regime De minimis, a copertura del 100% delle spese (10 mila o 20 mila euro).
Ai fini del calcolo del contributo sono considerate ammissibili le seguenti voci di spesa:
o Spese di consulenza;
o Spese di personale dell’azienda solo se espressamente dedicato al progetto e limitatamente a personale assunto con contratto a tempo indeterminato e contratto a tempo determinato, nonché work for equity prevista per i soci;
o Spese generali nella misura forfettaria massima del 20% della somma delle precedenti voci.
Rispetto ai criteri di valutazione delle idee progettuali, inoltre, è prevista una premialità aggiuntiva di 2 punti in caso di presenza di attestazioni inerenti l’adozione di azioni di Responsabilità Sociale d’Impresa coerenti con l’ambito progettuale.
Le domande relative alle idee progettuali di cui alla Fase 1, devono essere presentate esclusivamente per il tramite della piattaforma http://webtelemaco.infocamere.it, a partire dal 01 luglio p.v. (ore 10.00) ed entro e non oltre il 2 agosto 2019 (ore 12.00).
I progetti definitivi, di cui alla Fase 2, devono essere presentati, sempre per il tramite della piattaforma http://webtelemaco.infocamere.it, entro e non oltre il 6 dicembre 2019.